Mese: Maggio 2022

Giornata Internazionale delle Api – Asilo nido di Randazzo

Il 20 dicembre 2017, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione con la quale ha dichiarato il 20 maggio di ogni anno la Giornata mondiale delle api. La risoluzione ha tenuto conto in particolare di un rapporto che ha portato alla ribalta mondiale il declino a cui stanno andando incontro le api e gli altri impollinatori: il Rapporto di valutazione tematico su impollinatori, impollinazione e produzione alimentare, pubblicato nel febbraio 2016 daIl’IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services). Il rapporto ha stimato che un numero crescente di specie di impollinatori in tutto il mondo è sull’orlo dell’estinzione a causa di diversi tipi pressione, molti dei quali prodotte dall’uomo. Le cause sono molteplici e concatenate e sono le stesse che stanno portando al declino della biodiversità: distruzione, degradazione e frammentazione degli habitat, inquinamento (in particolare da pesticidi), cambiamenti climatici e diffusione di specie aliene invasive, parassiti e patogeni.

Lo scopo della risoluzione è proporre riportare all’attenzione dei cittadini, dei media e dei decisori politici l’importanza delle api e in generale di tutti gli impollinatori, api, vespe, farfalle, coccinelle, ragni, rettili, uccelli, finanche mammiferi, per la sicurezza alimentare, la sussistenza di centinaia di milioni di persone e per il funzionamento degli ecosistemi e la conservazione degli habitat.

Gli impollinatori sono animali che, visitando i fiori alla ricerca di nettare e polline, s’imbrattano di polline (gamete maschile, analogo allo sperma dei mammiferi) del quale sono ricchi le antere, cioè la porzione fertile degli organi sessuali maschili di un fiore. Visitando i fiori di altre piante, trasferiscono il polline (gamete maschile, analogo allo sperma dei mammiferi) attraverso il loro corpo sullo stigma, parte più esterna del gineceo o pistillo (che rappresenta la parte femminile del fiore). Attraverso lo stigma il polline giunge poi a fecondare l’ovario, permettendo così la riproduzione della pianta.

Circa il 70% delle 115 principali colture agrarie mondiali beneficia dell’impollinazione animale. In Europa la produzione di circa l’80% delle 264 specie coltivate dipende dall’attività degli insetti impollinatori. La produzione agricola mondiale direttamente associata all’impollinazione animale rappresenta un valore economico stimato tra 235 e 577 miliardi di dollari. Secondo il Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia la valutazione economica del servizio di impollinazione delle aree agricole italiane è pari a circa 3 miliardi di euro l’anno.

La riproduzione dell’88% delle piante selvatiche da fiore del mondo (circa 308.000 specie) dipende, almeno in parte, dall’impollinazione animale per la riproduzione.

Tra gli impollinatori, le specie del genere Apis sono le più numerose: oltre 20.000 in tutto il mondo, gran parte delle quali selvatiche. La più popolare è l’ape domestica, nome scientifico Apis mellifera, conosciuta nel mondo come ape italica. Il valore di questa specie, originaria dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa, nelle stesse aree che hanno visto sorgere le civiltà antiche, è legato oltre che al servizio d’impollinazione anche alla produzione di miele, cera, propoli e pappa reale.

In tutta l’Unione Europea ci sono almeno 600.000 apicoltori, che gestiscono 17 milioni di alveari e producono circa 250.000 tonnellate di miele l’anno. In Italia, gli apicoltori censiti in Italia al 2020 erano 65.000, in costante aumento. In aumento è anche il numero degli alveari (1.950.000 unità nel 2020), con una produzione di miele stimata in circa 25.000 tonnellate.

Negli ultimi anni gli apicoltori devono fronteggiare un grave fenomeno: la riduzione del numero delle colonie di api e il declino delle loro popolazioni. Il fenomeno, conosciuto come spopolamento degli alveari o moria delle api, è stato segnalato dagli apicoltori sin dal 2003 e si concentra in primavera, in coincidenza del periodo di maggiore bottinamento delle api. Ad oggi non è stata identificata una unica causa per tale declino, ma sono stati individuati diversi possibili fattori con una negativa incidenza sulla salute e sulla sopravvivenza delle colonie ‘allevate’ di api da miele: la distruzione, il degrado e la frammentazione degli habitat, la semplificazione del paesaggio e l’eliminazione di fasce inerbite e siepi, filati, boschetti; l’agricoltura intensiva; la morte per fame delle api per via della ridotta disponibilità o qualità delle risorse alimentari, gli attacchi di agenti patogeni (virus, batteri e funghi) e parassiti (principalmente insetti e acari), tra cui specie invasive come l’acaro varroa (Varroa destructor), il calabrone asiatico (Vespa velutina) e il piccolo scarabeo dell’alveare (Aethina tumida), i cambiamenti climatici, il cambiamento culturale e commerciale delle pratiche di apicoltura e, non ultimi per importanza, l’esposizione ai pesticidi usati in agricoltura per la difesa delle colture agrarie, la lotta agli insetti molesti ed il diserbo operato in aree urbane e periurbane e i prodotti chimici utilizzati negli alveari per combattere i parassiti e i patogeni delle colonie.

I rischi legati a parassiti e malattie possono essere ridotti attraverso una migliore individuazione e gestione delle malattie e l’adozione di pratiche corrette di gestione dell’apiario e l’osservazione dei regolamenti globali relativi al commercio e alla circolazione delle api.

FONTE: Ispra Ambiente

 

“Per ogni bambino, un mondo pulito e sicuro in cui crescere” Il SAI di Bronte aderisce all’iniziativa UNICEF

Il SAI di Bronte partecipa all’iniziativa in programma domani, venerdì 27 Maggio nella Provincia di Catania.

“La sopravvivenza, lo sviluppo e la protezione dei bambini sono centrali per lo sviluppo sostenibile”

L’impegno e l’azione globale per proteggere i diritti dei bambini e migliorare il loro benessere dovrebbero essere messi al centro dei piani e delle strategie per lo sviluppo sostenibile. Per definizione, lo sviluppo sostenibile implica una responsabilità intergenerazionale – la responsabilità collettiva di assicurare ai bambini di oggi e ai loro futuri figli un mondo più sicuro, più pulito, più sano e più inclusivo.

Un futuro sostenibile richiede che i bambini abbiano l’opportunità di crescere sani, istruiti e protetti dalla violenza e dalle privazioni. Richiede, inoltre, che abbiano accesso ai prodotti e ai servizi chiave forniti dall’ecosistema quali: acqua potabile, aria pulita e cibo.

Ancora oggi tali requisiti sono lontani dall’essere raggiunti: 180 milioni di bambini sotto i 5 anni di età sono irreversibilmente affetti da malnutrizione cronica (basso rapporto altezza/età). 783 milioni di persone non hanno ancora accesso a fonti migliorate di acqua potabile e 2,5 miliardi non hanno accesso a servizi igienici di base. Questa terribile situazione è ulteriormente esacerbata dal degrado ambientale e dalla scarsità delle risorse.

Migliorare l’equità è la cosa giusta e intelligente da fare per lo sviluppo sostenibile
L’equità dovrebbe essere messa al centro dell’agenda per lo sviluppo sostenibile e dovrebbe essere un principio cardine degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile.

La crescita inclusiva su ampia scala migliora la vita dei bambini e delle famiglie che vivono in povertà.

Inoltre, abbiamo sempre più prove che, investendo nella salute, nell’istruzione e nella protezione dei cittadini più svantaggiati della società – affrontando dunque le ineguaglianze – è più probabile che si arrivi ad una crescita sostenuta e stabile. Un approccio basato sull’equità rappresenta un investimento efficace per il futuro.

Infine, è empiricamente dimostrato che l’iniquità è svantaggiosa per l’ambiente e per lo sviluppo economico. Migliorare l’equità non è dunque soltanto intrinsecamente giusto, ma è la cosa corretta da fare per assicurare risultati efficienti dal punto di vista dei costi per le persone e per il pianeta.

Mettere l’equità al centro dell’agenda globale implica maggiori investimenti in tutti gli ambiti sociali, nonché l’allocazione di risorse sufficienti per la raccolta di dati disaggregati con cui monitorare l’equità dello sviluppo.

La transizione ad un’economia verde dovrebbe essere su larga scala per poter combattere e ridurre le ineguaglianze esistenti
La transizione inclusiva ad un’economia verde necessita di un impegno globale a salvaguardare e a rafforzare i più vulnerabili.

Il passaggio a un modello di sviluppo più verde è un imperativo, ma questo nuovo modello deve anche essere inclusivo.

I soggetti più vulnerabili pagano già ora un prezzo salato per colpa di un modello di sviluppo non sostenibile. A costoro non può anche essere chiesto di pagare i costi di una transizione iniqua a un’economia verde.

Esempi di soluzioni di “economia verde inclusiva” comprendono:

Misure di protezione sociale connesse alla conservazione e al ripristino dell’ambiente, nei quali ognuno riceva uguali benefici economici dalla gestione delle risorse naturali
politiche che garantiscano informazioni trasparenti e partecipazione comunitaria alle decisioni relative alle attività delle industrie estrattive ed energetiche
politiche che allochino in modo equo i ricavi provenienti dagli investimenti in tecnologie più verdi, per fornire alle persone più svantaggiate le opportunità di costruire capacità locali ed essere pienamente partecipi dell’economia verde.

Occorrono maggiori investimenti globali nella sicurezza e nella resilienza delle comunità, soprattutto quelle più povere. Ciò è essenziale per un’efficace azione umanitaria, ma anche per lo sviluppo sostenibile, e richiede impegni a lungo termine, a cominciare dal sostegno finanziario.

I disastri e i conflitti mettono seriamente a repentaglio il benessere dei bambini, la crescita e lo sviluppo. Per esempio, è stimato che circa 375 milioni di persone all’anno sono a rischio solo per le conseguenze dei disastri climatici, e che due terzi della mortalità infantile (0-5 anni) si concentra in Stati affetti da conflitti e fragilità.

I disastri e i conflitti, inoltre, alimentano i cicli di esclusione, vulnerabilità, diseguaglianza di genere e povertà – aumentando i rischi e rappresentando una minaccia per lo sviluppo. Per esempio, è previsto che i disastri naturali prodotti dal clima colpiranno in maniera sproporzionata i più poveri e svantaggiati nel mondo, incluse le persone indigene, i bambini appartenenti a minoranze e i bambini con disabilità.

Mentre gli interventi globali e nazionali sono fondamentali per migliorare i meccanismi di resilienza, bisogna porre maggiore impegno sull’azione collettiva nelle comunità e nelle città, pure come su una migliore capacità di governance locale per identificare, prevenire e mitigare i rischi mentre ci si prepara a fronteggiare le possibili emergenze.

Rafforzare la resilienza dei bambini più svantaggiati nei contesti urbani è fondamentale, poiché si trovano sulla linea di fronte di disastri naturali, con scarso accesso ai servizi di base e mancanza di alloggi sicuri.

I bambini e i giovani sono agenti di cambiamento che contribuiscono allo sviluppo sostenibile
Far partecipare realmente i giovani a ideare, pianificare e realizzare soluzioni per lo sviluppo sostenibile dev’essere una componente necessaria in ogni azione locale per la sostenibilità ambientale

I bambini e i giovani di oggi e di domani, saranno i leader dello sviluppo sostenibile per le future generazioni. Dovrebbero essere messi nelle condizioni di avere influenza sul proprio futuro, di far valere i propri diritti e dare voce alle proprie preoccupazioni a livello internazionale, nazionale e comunitario.

Coinvolgere i bambini e i giovani non è solamente giusto in linea di principio, ma produce anche migliori risultati in termini di sviluppo sostenibile.

Va bene mantenere la “partecipazione virtuale” dei giovani alle negoziazioni internazionali sullo sviluppo, ma occorre concentrare l’attenzione soprattutto sul coinvolgimento dei bambini e dei giovani più vulnerabili a livello comunitario.

Ad esempio, l’esperienza delle “mappe dei rischi ambientali” elaborate da bambini e ragazzi che vivono in comunità esposte al rischio di disastri provocati dai cambiamenti climatici ha dimostrato che si ottengono risultati positivi per l’adattamento ai cambiamenti climatici stessi.

Analogamente, coinvolgere i bambini e i ragazzi nello sviluppo e nell’accesso alle “tecnologie verdi” – come lo sviluppo di fonti energetiche su piccola scala – può contribuire positivamente al loro benessere e creare migliori prospettive di lavoro per il futuro.

Fonte UNICEF

Gita al lago Dirillo per i beneficiari di Licodia e Vizzini

Gita al lago Dirillo per affrontare il primo caldo estivo: i nostri ragazzi hanno visitato una delle bellezze paesaggistiche siciliane  nel territorio del comune di Licodia Eubea in provincia di Catania. Una piccola parte del lago,  all’estremità orientale, ricade sul territorio del comune di Monterosso Almo in provincia di Ragusa. È raggiungibile dalla S.S. 194 con uscita nei pressi di Licodia Eubea o in località Torretta nel comune di Vizzini. Si tratta di un lago artificiale realizzato attraverso lo sbarramento del fiume Dirillo tramite la diga Ragoleto. Il bacino della capacità di oltre 20 milioni di metri cubi, è stato attrezzato come zona turistica sportiva e consente, oltre alla pesca, la pratica del canottaggio. Il lago è incastonato in un paesaggio ricco di verde che farebbe pensare di non essere al centro della Sicilia. Le acque sono popolate da varie specie ittiche lacustri come il luccio, la trota, la carpa ed il persico. Superficie 1,11 Km quadrati, profondità massima 46 metri (Banca dati dei laghi italiani).

Dona il 5 per Mille a IRIDE, contribuisci alla nostra missione

Anche la nostra cooperativa sociale IRIDE potrà godere dei benefici apportati dai contribuenti attraverso la propria dichiarazione dei redditi. É prevista infatti, per chiunque volesse sostenere la nostra missione, la possibilità per tutti i contribuenti di devolvere il 5 per mille dell’imposta IRPEF a favore di onlus e cooperative.

Ogni contribuente può esprimere la sua preferenza nel momento in cui fa la dichiarazione dei redditi (modello 730) o riceve la sua C.U. (cui è allegata l’apposita scheda che deve essere compilata e spedita per posta) per la scelta della destinazione del 5 per mille. Per farlo basterà indicare il codice fiscale o la partita Iva del destinatario del 5 per mille, ossia della cooperativa sociale: nel caso di IRIDE sarà: 04229280872.

Si ribadisce che la scelta non comporta un maggiore onere per il contribuente in quanto il 5 per mille, in caso di mancata opzione, viene versato comunque all’Agenzia delle Entrate.

Storytelling a scuola, protagonista uno dei nostri ospiti

Il SAI di Bronte ha partecipato a un progetto realizzato dai ragazzi della 2^ A dell’I.I.S.S. “Ven. Ignazio Capizzi” del Liceo Artistico di Bronte: gli studenti hanno lavorato in gruppo alla realizzazione dello storytelling di un nostro ospite del centro di accoglienza etneo che ha avuto così la possibilità di raccontare la sua storia. Ecco un estratto del progetto realizzato con la collaborazione della prof.ssa Simona Spi che ringraziamo per l’interesse suscitato in classe sul tema dell’accoglienza e dell’immigrazione.

 

Belly Painting alle ragazze del SAI in dolce attesa

Sanmichele – Lo scorso mese, Aina e Najeh ( le nostre ragazze del SAI in dolce attesa) sono state impegnate in una piacevole giornata dedicata alla tecnica Belly Painting: l’arte di colorare, disegnare e dipingere il pancione delle future mamme entrando in contatto con il bambino e con il corpo che cambia e lo accoglie.

Un momento bellissimo, al quale hanno partecipato i compagni delle ragazze in dolce attesa e l’équipe, in cui si è dato libero sfogo alla creatività e alla fantasia, lasciando un ricordo speciale da poter mostrare alle piccole bimbe una volta cresciute.

 

IRIDE al Giro d’Italia 2022

Fiumefreddo – Tappa di sole per il Giro d’Italia 2022 partito questa mattina da Piazza Università a Catania e che ha raggiunto intorno alle 12.30 i comuni di Giarre e Fiumefreddo – in direzione Messina – dove i ciclisti sono stati accolti dai ragazzi dei centri SAI di IRIDE e da tantissimi simpatizzanti. Tanta attesa da parte del pubblico che ha aspettato ore prima di vedere i campioni che arrivano sulla linea di partenza. È la grande festa del Giro d’Italia, arrivato ieri a Catania e che proprio dalla città etnea è ripartito oggi, intorno alle 10.00 per la quinta tappa.

Quella partita dal centro di Catania è la quinta tappa del Giro d’Italia, la seconda in Sicilia. I ciclisti percorreranno in totale la distanza di 174 chilometri da Catania a Messina, seguendo una strada pianeggiante fino a Taormina per poi affrontare la salita di Portella Mandrazzi, sui Nebrodi, con una pendenza media del quattro per cento e quota più alta a 1125 metri sul livello del mare.

Dopo la discesa, gli ultimi 70 chilometri si svolgeranno sulla strada statale 113 Settentrionale Sicula, costeggiando il Tirreno e, dopo la svolta su Capo Peloro, lo Ionio. A quattro chilometri dall’arrivo i ciclisti lasceranno la statale ed entreranno nella città di Messina, percorrendo le vie del centro fino all’arrivo.

L’arrivo della “corsa più dura del mondo nel paese più bello del mondo” ha significato per i catanesi anche l’arrivo di tutta la carovana legata al Giro d’Italia. Una parte importante del centro è stata chiusa e le attività didattiche sono state sospese per permettere lo svolgimento della manifestazione, e già dal mattino i curiosi hanno iniziato a riversarsi intorno a piazza Università, dove è stato allestito un palco e la linea di partenza.

La classifica
Questa mattina, alla partenza della quinta tappa, la situazione maglie vedeva la Maglia Rosa attribuita al leader della classifica generale Juan Pedro Lopez Perez (Trek-Segafredo); la Maglia Ciclamino al leader della classifica a punti Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix); la Maglia Azzurra al leader del Gran Premio della Montagna Lennard Kämna (Bora-Hansgrohe); la Maglia Bianca al leader della classifica dei giovani, Juan Pedro Lopez Perez.

 

Colf, badanti e baby-sitter: al via il progetto della CGIL Filcams al SAI di Vizzini

E’ iniziato presso il SAI Ordinari di Vizzini il corso di assistenti familiari – Colf, Badanti e Baby-sitter convenzionato da Ebin Colf, con la partecipazione di CGIL Filcams: un percorso che porterà all’ottenimento di un attestato di competenza per la figura professionale, con l’intento di un inserimento lavorativo per le beneficiarie del progetto. Durante il primo incontro si è sottolineata l’importanza di un mestiere sempre più richiesto nel territorio, volto alla cura e all’accudimento di persone con diversi livelli di auto-sufficienza psico-fisica (anziani, malati, disabili). Un lavoro che consente il mantenimento dell’autonomia e del benessere della persona. Un vero corso professionalizzante che – si auspica – contribuirà al percorso di integrazione e inserimento lavorativo per tutte le beneficiarie del progetto.

 

Laboratorio botanico e stradale promosso nei centri SAI

Laboratorio botanico al SAI di Bronte dove i ragazzi hanno pitturato e realizzato una bacheca floreale di piante e verde dipinte con tempere e colori  abbellendo la sede del centro. I laboratori didattici proposti dall’équipe hanno lo scopo di far conoscere ai ragazzi il mondo vegetale attraverso un approccio ludico-didattico di gruppo che permette di:

incontrare le piante – conoscerle in modo diretto e approfondirne gli aspetti scientifici e botanici;
utilizzare le piante – con attività manuali ed esperienziali dirette a raccontarne i mille diversi usi;
rappresentare le piante – con attività dedicate alla narrazione e riproduzione degli elementi vegetali e degli aspetti paesaggistici collegati alle collezioni dell’Orto Botanico.

Laboratorio stradale al SAI di Belpasso e Santa Maria di Licodia…ma cosa si intende per educazione stradale? Si tratta dell’insegnamento delle norme del codice stradale di base che possano facilitare i nostri beneficiari una volta giunti a scuola guida. I destinatari sono adulti e i ragazzi, per i quali è opportuna la conoscenza dei segnali per andare in giro a piedi, in bici o in motorino, con prudenza e opportune capacità. Il laboratorio è stato uno strumento operativo efficace per aumentare il coinvolgimento degli studenti e dei docenti.

IRIDE è una cooperativa sociale che si propone l’obiettivo di “perseguire l’interesse generale della collettività alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini” attraverso la gestione ed erogazione di servizi.

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